Questa settimana Gavin Verhey, Senior Game Designer alla Wotc, ha annunciato la formazione di un gruppo di content creator per consigliare la Wizard sulla gestione della banlist Pauper: il PFP aka Pauper Format Panel.
Tutto ciò è giustificato dall’ammessa e ormai sotto gli occhi di tutti incapacità della casa madre di gestire il formato avendo pochissime persone, se non nessuno, con esperienza pauperistica quando si parla di regolamentare il formato.
Questa soluzione è sulla falsariga del Comitato per il Commander solamente che tutte le decisioni non saranno dirette ma dovranno prima essere approvate dalla casa madre.
Personalmente auspicavo questo tipo di approccio da molto tempo e sono piacevolmente sorpreso di vederlo finalmente in atto e, nonostante alcuni nomi del PFP mi perplimano, penso che questo sia un gigantesco passo avanti rispetto all’abisso in cui eravamo sprofondati.
Almeno non si dovrà più aspettare qualche mese di troppo per ban ovvi come quelli di Chatterstorm e Fall from Favor!
Questa è l’aspettativa di base che francamente non penso verrà disattesa perchè anche l’ultimo dei player del FNM locale ci arriverebbe.
Il Processo
Voglio essere ambizioso riguardo a cosa mi aspetto da questo comitato: sogno un meta bello, questa deve essere la missione per redimere il formato.
E’ facile bannare carte nuove palesemente rotte stile Chatterstorm, è più complesso bannare carte “vecchie” per bilanciare il formato.
Come ho scritto in questo articolo, pongo la questione sul “Come” si procede con i ban, contrapponendo la soluzione classica di un ban alla volta azzoppando Tier 0.5 aka il problema del momento ad un voler mettere in atto una visione del formato con ban/unban multipli.
Sarei francamente deluso da un approccio temporale del tipo:
1) Affo è un problema: banno Atog
2) Tron non ha counter e giganteggia: banno blinkini
3) Monarch è warpante: banno la meccanica
4) Fate soffoca il meta: banno X.
L’ultima soluzione richiede del ban/unban multipli coraggio, lungimiranza e soprattutto una quantità di test enorme per vedere se questo nuovo meta sarà godibile e bilanciato.
Ora che abbiamo un comitato mi aspetto che quest’ultimo sia all’altezza di questa sfida e che si metta a lavorare testando intensivamente.
La falsificazione
Il test penso sia alla base del successo e giudice ultimo delle controversie.
Come diceva Karl Popper: ogni teoria per essere tale deve essere falsificabile ossia deve fornire strumenti e criterio per “sbugiardare” la teoria stessa.
Parlo in parole povere: una visione del Pauper, come quella del sottoscritto, da sola non basta.
Non bastano belle parole, limpide intenzioni e/o l’approvazione della community, bisogna testare prima ogni cambiamento che si propone.
Un meta con Gush sbannato e con Cannonata, Snuff Out, Atog e Augur of Bolas in banlist può essere equilibrata e geniale dentro la mia testa, ma solo il test dirà se questo meta da me sognato è quello che mi aspettavo o si rivela un fallimento sbilanciato.
Se il test dovesse dare esito negativo, allora si accartoccia la teoria e si butta dritta nel cestino, magari alcuni spunti per esempio la tossicità di cannonata saranno utili in futuro, chissà, ma la teoria per intero deve essere abbandonata se non si dimostra supportata dai fatti.
L’amaro
La stessa cosa mi auspico accadrà per ogni soluzione in testa al comitato.
Mettiamo che, per esempio, dopo innumerevoli discussioni per il meta attuale, il comitato giunga a questa soluzione: Ban Atog, Ban Ephemerate e Ban Monarch.
Spero ci sia un test di qualità su un ipotetico meta senza queste componenti per vedere in anticipo se questo meta sarà effettivamente bilanciato come nelle buone intenzioni.
Spero che il PFP non sia solo un gruppo di discussione, mi auguro sia anche e soprattutto un gruppo di testing.
Quello che cerco di mettere nero su bianco è questo timore: il timore che nel PFP il testing di scenari ipotetici non sarà contemplato e che ci saranno solo compromessi derivanti da chiacchere da bar di alta qualità.
Di qualità, ma pur sempre chiacchere.
Questo è quello che mi lascerebbe davvero l’amaro in bocca.
L’amaro di un’occasione sprecata.