Introduzione all’Estetica del Bordo Bianco

Intro

E’ finalmente giunto il momento.
Il momento di dare una risposta esaustiva a tutte quelle volte a cui: “Ehi ma tu sei quello dei bordi bianchi. Ma come fai a sbiancare le carte?”, nel bel mezzo di un evento e puntualmente 5 minuti prima dell’inizio del round successivo.
Il momento per spiegare che dietro quel riduttivo “Ma tu scolori solo i bordi!”, c’è un mondo più grande di quel che si possa inizialmente intuire da esplorare ed apprezzare.
Il momento di dare un semplice link a coloro che vogliono capire l’estetica del bordo bianco al posto di ripetere a parole la solita introduzione di base.

La prossima volta che qualcuno mi chiederà info riguardo a questa passione estetica, mi limiterò a linkare questo articolo, non senza un cenno di soddisfazione.

Prima partirò spiegando il processo vero e proprio dello sbiancamento dei bordi, successivamente esplorerò svariate domande e curiosità che potrebbero sorgere extra processo.

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Strumenti

  • Gomma blu (Ink Eraser);
  • Righello con manico;
  • Scotch di carta (2,5cm di larghezza);
  • Quadernino di supporto;
  • Coltello con lama non seghettata;
  • Fazzoletti di carta;
  • Perfect Size.

Dopo questa carrellata, vorrei fornire più dettagli sui nostri compagni di viaggio.

La gomma blu

Il case sigillato delle Faber Castell, lo aprirò quando finirò il sacchetto nel retro

La gomma deve necessariamente essere capace di cancellare l’inchiostro, quindi tutta blu; l’utilizzo di una gomma normale può funzionare ma risulta molto più laborioso e richiede più passaggi ossia più fregature sul bordo restituendo una superficie troppo spesso non ottimale con annerimenti dovuti, per l’appunto, al fatto dei numerosi fregamenti della gomma non ideale.

Per i primi test può anche andare bene della famosa gomma Pellikan in parte rosa ed in parte blu, la maggioranza di noi l’avrà sicuramente usata nel periodo scolastico e ciò potrebbe costituire un importante fattore nostalgico, ma la parte blu non è nemmeno la metà del volume e, se il nostro obiettivo è sbiancare almeno un mazzo di carte Magic, risulterebbe poco efficace dato che una gomma del genere può sbiancare al massimo una dozzina di carte.

Nell’ormai lontano 2018, anno della mia iniziazione all’estetica del bordo bianco da parte del mio compagno di merende Alessandro Moretti, adoperavo le Pellikan WB 40 e negli anni successivi ne comprai una discreta quantità, una cinquantina circa, che durò fino alla pandemia dove mi ritrovai con la scorta esaurita e con quella tipologia di gomme ormai fuori produzione.

Dopo qualche ricerca trovai le Faber Castle 7016 (-40 or-80) che mi arrivarono dopo qualche mese tramite Ali Express, visto che non ero riuscito a trovare la merce in Europa, queste erano più dure e meno maneggevoli nello sbiancamento delle Pellikan WB 40, ma avevano il grande pregio di prestarsi meglio alla pratica dell’intagliatura a coltello e di essere, quindi, maggiormente riutilizzabili ed adatte a sbiancamenti di grandi quantità di figurine.

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Righello e Manualità

Generalmente come righello potete usare ciò che più vi aggrada, l’unico limite è la vostra manualità; ciononostante ritengo saggio lasciarvi delle linee guida per la sua scelta:

  • manico: indispensabile affinché non slitti durante lo sbiancamento restituendovi bordi irregolari indesiderati;
  • bordi ribassati: non mi sono mai trovato granché bene con i bordi alti dei primi righelli metallici che utilizzavo durante le varie manovre di fino con la gomma;
  • trasparenza: mi piace vedere attraverso lo strumento per capire come sono posizionato rispetto il bordo interno della carta, tuttavia capisco che a molti possa dare fastidio e distrarre, soggettivo;
  • 20-30cm: lasciando da parte eventuali doppi sensi, troppo piccolo sfugge di mano ed è poco stabile, una lunghezza eccessiva, d’altra parte, rischia di essere poco maneggevole durante le rotazioni e poco pratica.

Molto importante citare l’usura del righello visto che solitamente si forma una conca verso la parte centrale non permettendovi più di tracciare linee di sbiancamento dritte ed essendo quindi deleterio.
Oltre a consigliarvi l’ovvio ricambio dello strumento oltre un certo stato di usura e l’utilizzo di righelli nuovi per carte a cui tenete particolarmente, come possono essere per me le terre base Unglued, vi consiglio di adoperare uniformemente il righello quindi concentrarvi nello sbiancare spesso utilizzando le estremità, visto che spesso si sbianca usando la comoda parte centrale andando subito a formare la conca in mezzo sopracitata.

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Scotch e Quadernino

Se si appoggia la carta ad un normale tavolo e si prova a sbiancarla, si scoprirà immediatamente che è una task pressoché impossibile per i comuni mortali causa slittamento.
Per questo serve una superficie di supporto che riesca a non scivolare durante le nostre operazioni estetiche, a cui la carta verrà fissata grazie a dello scotch di cui parleremo in seguito.

Come supporto ho scelto un vecchio quadernino portacarte a 4 tasche, ottimo nella rotazione durante lo sbiancamento dei vari bordi: attenzione a prendere un supporto più grande di una pagina A4 per questo proposito, ossia si deve ruotare di 90° quest’ultimo ogni volta si vorrà passare alla linea di bordo successiva, cambio che avviene 3 volte a carta quindi la maneggevolezza prima di tutto.

Su questo supporto per fissare ad esso la nostra carta in procinto di essere sbiancata, dovrà essere costruita una struttura col nastro adesivo che consiste in due rotelle su cui la carta andrà ad appoggiarsi lungo i bordi lunghi ossia verticali, queste rotelle dovranno essere fissate tramite due strisce come in figura.

Il quadernino compagno di mille battaglie, dalla superficie segnata dal tempo e da mille escoriazioni

Questo è un supporto di scotch a fine vita, ossia dopo aver sbiancato circa una ventina di carte, riconoscibile per le pieghe superficiale, l’impolverimento con granelli di gomma e dall’effetto molleggiato dovuto alla progressiva scollatura dal fondo in seguito dei numerosi urti a cui ha resistito eroicamente.

Le stringhe extra di scotch che vedete sul mini-album, servono a coprire le irregolarità sulla sua superficie aka i numerosi crateri formatisi nel tempo: non seguite il mio esempio che tengo questo malandato quadernetto per pura nostalgia, assicuratevi di operare sempre su una superficie liscia e priva di irregolarità perchè se queste dovessero trovarvi sotto la vostra carta durante lo sbiancamento, causerebbero annerimenti, i peggiori nemici di questa pratica di cui vi parlerò meglio in seguito.

Lo scotch di carta che utilizzo ha una larghezza di 2,5cm, ciò non toglie che potreste trovarvi bene anche con una larghezza maggiore operando su una grande rotella tenuta a terra da una stringa trasversale ma, non avendo mai provato questa soluzione, non me la sento di consigliarvela.
Detto ciò, quello che mi sento di sconsigliarvi è l’uso del normale scotch per costruire l’impalcatura in quanto non ha una larghezza adatta se parliamo di un rotolino normale, si attacca troppo al retro della figurina e quando si rimuove quest’ultima si rischia di danneggiarla, dulcis in fundo dopo le prime carte dove aderisce fin troppo bene lasciando anche retri appiccicosi, perde aderenza troppo in fretta dandomi a malapena l’opportunità di completare una decina di carte.

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Coltello ed Intagliamento

La vecchia e fedele lama con due tagli, una gomma nuova ed una verso il fine vita

Prendi una nuova gomma, raschi via con scioltezza quella scorza nera nera nel bordo della Magic in questione, tutto fila liscio e pensi potrà continuare così per il resto della giornata.
Poi la gomma si smussa, non riesce più ad aderire al righello quando dovresti sbiancare il bordo interno, non riesci più a tracciare un confine netto e si presenta quell’effetto sfumato che sa di incompiuto.

Il primo istinto sarebbe quello di aprire una gomma nuova appena quella che stiamo utilizzando si smussa poi utilizzare la new entry per la parte interna del bordo riservando quella esterna all’ormai vecchia gloria; nulla di più efficace, nulla di meno sostenibile.

Non è fattibile utilizzare una nuova gomma ogni qualvolta si necessiti della sbiancata affilata, troppe gomme incomplete che andrebbero sprecate e crescerebbero esponenzialmente, in senso lato.
Serve un modo per riutilizzare le gomme, riaffilarle in pratica ed è qui che entra in gioco la lama: consiglio quella di un coltello senza seghettatura che andrebbe a creare una superficie irregolare di taglio, potreste teoricamente riuscire anche con un semplice taglierino aka cutter ma personalmente preferisco la più solida maneggevolezza del coltello per intagliare la gomma blu che può rivelarsi più dura del previsto in questo frangente.

Il mio suggerimento, se volete ottimizzare il materiale, è quello di tagliare la gomma verso una estremità e mai a metà, questo perché sotto un certo volume una piccola gomma diventa poco maneggevole ed inadatta a sbiancare quindi tanto vale ritrovarsi a tagliare solo da un versante della gomma arrivando ad un unico blocchetto a fine vita inutilizzabile piuttosto che ritrovarsi con più piccole gomme inutili partendo da una singola gomma.

La parte della gomma tagliata via si può riutilizzare per fare i bordi interni sfruttando la sua affilatura, bisognerà essere molto più delicati del solito avendo un volume minore dell’ottimale tra le mani, ma con lo scarto si possono fare anche i bordi interni di 3 carte prima che diventi effettivamente scarto.

Ultimamente cerco di effettuare un taglio in maniera che la gomma risulti avere un’inclinazione di 45° o di poco minore; prima sperimentavo inclinazioni più acute tipo 30° pensando che l’essere più acuto sarebbe durato di più per i bordi interni: purtroppo troppo acuto si traduce in troppo fragile portando l’estremità della gomma a fratturarsi e/o sfilacciarsi consumandosi più in fretta del normale, inoltre post taglio acuto ci si ritrova ad avere un pezzo di scarto poco riutilizzabile.
45° sia per il corpo principale della gomma che per il pezzo di pseudo scarto sembra una soluzione solida e vicino all’ottimale.

Ultimo tip per l’intagliamento: fate scorrere molto il coltello senza forzare troppo la lama verso il basso per evitare tagli poco puliti soprattutto a causa della linea bianca nel mezzo dove il materiale cambia consistenza.

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Pulizia e Protezione

Tre strumenti uniti nell’annosa battaglia contro i granelli di residui aka lo sporco

Mentre si sbianca si formano naturalmente dei residui di gomma sottoforma di una fastidiosa e persistente polverina blu che risulta tutt’altro che innocua e può seriamente danneggiare la nostra opera di sbiancamento.

Uno dei modi principali e più pericolosi in cui la polverina può rovinarci il lavoro è quando si insinua sotto il righello facendo frizione con la superficie appena sbiancata e lasciando orribili aloni neri spesso non recuperabili; per questo dopo ogni passaggio prima di spostare il righello passo il fazzoletto velocemente ma delicatamente, per evitare le sopracitate frizioni, sulla carta e sulla superficie inferiore del righello per non ritrovarmi brutte sorprese in seguito.

Utilizzo semplici fazzoletti di carta e al primo utilizzo li accartoccio un po’ per far prendere loro una forma ed una consistenza più adatte a spazzare via la polvere blu dalle superfici; un fazzoletto può tranquillamente durare una trentina di carte fino a che si è costretti a cambiarlo per la troppa polvere attaccata alla sua superficie e per una consistenza ormai andata.
Se volete essere puliti e sbiancare in tranquillità, una buona regola generale potrebbe essere cambiare fazzoletto dopo una ventina di carte sbiancate.

Appena la carta è stata sbiancata va subito inserita in una perfect size per evitare che in futuro della polvere entri in contatto con la superficie sbiancata.
La misura della perfect size può sembrare eccessiva per una semplice comune a bordo bianco, ma ho ben presto scoperto a mie spese che una bordo bianco all’interno di una comune bustina protettiva prende polvere e qualche granello, mescolando il mazzo, andrà a fare frizione nello sbiancato lasciando i tanto temuti aloni neri che vanno di fatto a rovinare il lavoro.

Inserisco la carta dal basso, ossia giro la perfect size in maniera che il buco sia in basso ed inserisco la carta normalmente ossia prima dal titolo in giù; questo metodo consente che la polvere che entrerà nella nostra bustina protettiva dall’alto sarà ben distante dall’entrare anche nella perfect avendo quest’ultima l’apertura in basso.

P.s. vi sconsiglio altamente di prestare le vostre bordo bianco a conoscenti ai tornei senza assicurarvi che questi non le tengano imbustate nelle perfect.
Una delle brutte avventure che mi son capitate è stata il prestare delle bordo bianco ad un non adepto ignorante che ha levato le perfect non avendole nel resto del mazzo andandomi così a rovinare le mie carte nel corso del torneo.
Prestate pure, ma che restino nelle perfect!

A fine lavoro vi sono due strade: o si pulisce il tavolo dalle montagnole di pulviscolo residuo o si lasciano perché non si ha voglia di pulire e perché si sarebbe tornati comunque a sbiancare nel domani o nei giorni successivi.
Siccome questi residui sono abbastanza fastidiosi da tagliere da superfici non particolarmente lisce e troppo spesso si attaccano, spesso non basta una agile passata di fazzoletto per pulire bene e troppo spesso ho adottato il piano B della procrastinazione.
Se siete come il sottoscritto vi consiglio un uso alternativo dell’aspira-pelucchi, quello che vedete in figura è diventato un compagno di avventure sicuramente non indispensabile ma molto gradito.

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Il Processo

Impugnatura predefinita: medio poggiato sul dorso per impedire oscillazioni verticali

Il processo è abbastanza semplice da spiegare ma richiede una certa manualità che, come nella maggioranza delle faccende artigiane, si acquisisce attraversando svariati tentativi iniziali ed arrivando ad avere maggior sicurezza, pressione calibrata e fluidità nel condurre la gomma durante l’impresa.

  • 1. Preparare la base

Come avevo già accennato nella presentazione degli strumenti, la prima cosa da fare è porre la nostra carta sulla struttura di scotch di carta costruita in cima al nostro quadernetto di supporto, un po’ come un paziente che si adagia in sala operatoria o un paziente che si stende nel lettino dello psicologo, scegliete voi.

  • 2. Affilare le armi

La seconda cosa, prima di iniziare il vero e proprio sbiancamento, è preparare le gomme: affilarne una, se necessario, per la parte interna che deve essere precisa e restituire un tratto di confine netto senza zigzag o sfumature indesiderate, mentre si seleziona una gomma smussata per occuparti della parte esterna.

  • 3. Puntare al cuore

La prima sbiancatura riguarda il bordo interno ossia il confine tra il bordo nero che si vuole cancellare e il corpo della carta, si procede un lato alla volta cercando di stare abbastanza leggeri con la gomma in maniera da non creare un effetto solco ma abbastanza decisi da creare la polverina blu che si insinuerà tra la gomma e il confine del righello dandoci sbiancate più aderente possibile ad esso.

In generale è buona regola cercare di stare più leggeri possibile anche se si dovesse impiegare più tempo nel processo, soprattutto per le prime volte dove si deve ancora capire come dosare le forze e non si ha troppa dimestichezza.

Un avvertimento è necessario: non muovete troppo veloce la gomma nel raschiare, anche nel caso doveste stare leggeri, perché si rischia di strisciare la superficie lasciando una specie di bruciatura che in sostanza sono gli aloni scuri, la nostra bestia nera, l’arcinemica di un bordo bianco di classe.

  • 4. Occuparsi del resto

Finita la parte interna, è tempo di switchare gomma ad una più arrotondata ma non abbastanza da dover cancellare con la parte bianca centrale perché quest’ultima non cancellerà in maniera pulita e quasi sicuramente creerà la bestia nera.
Quando una gomma diventa piatta o nel caso la sua punta corrisponda con la parte centrale bianca, si considera a fine ciclo ed è necessario tagliarla col nostro fiero coltello o cutter, prima di lasciarci ingolosire da un ultimo giro e combinare danni.

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Angoli e danni

Angolo usurato per i troppi ripassi che presenta un accenno di annerimento

Quando si sbianca la parte esterna bisogna spostare il righello in maniera da cercare di non ripassare nella zona interna appena sbiancata, perché passare troppe volte nella stessa zona provoca abrasioni eccessive quindi aloni neri.
La parte più difficile è cercare di preservare gli angoli visto che, sbiancando un lato alla volta, ci si ripassa sopra due volte rendendo serio il rischio annerimento, questa problematica potrebbe essere parzialmente risolvibile allungando i tempi e inclinando il righello di 45° rispetto alle linee dei bordi e sbiancare gli angoli prima dei 4 bordi esterni.

Gli angoli sono la zona più rischiosa anche per altri due fattori: usura ed angolazione di cancellazione.
Il più ovvio è che gli angoli rappresentano la parte che si usura prima e questo si nota soprattutto nelle carte più datate con la classica increspatura bianca cotonosa dove c’è sia un cambio di spessore che di materiale non essendoci più la copertura dell’inchiostro.

Il motivo più oscuro, di cui si accorge dopo grandi quantità di carte estetizzate, sta nel cambio di angolazione della gomma mentre sbianchiamo, il quale verso il mezzo del bordo sarà tendente al perpendicolare mentre si inclinerà progressivamente avvicinandoci agli angoli portando ad una diversa distribuzione di forze che alzerà vertiginosamente la probabilità di creare bruciato.
Per evitare un’eccessiva inclinazione consiglio di spostarsi con il corpo o di traslare leggermente il quadernino.

Ultimo tip per preservare i nostri angoli è muovere la gomma in una sola direzione ossia dall’interno verso l’esterno: solitamente il nostro raschiare sarà un avanti indietro continuo ma muovere la gomma indietro ossia dall’esterno all’interno in un angolo rischia di far pressione sul confine danneggiandolo e formando quell’effetto cotonato che tanto vogliamo evitare.

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Accorgimenti e tempistiche

5 tra le basiche Unglued che mi sono uscite peggio, colpo d’occhio devastante anyway

Per riassumere le cause degli aloni neri:

  • eccessiva pressione nel raschiare via l’inchiostro;
  • troppi ripassi nella stessa zona;
  • superficie danneggiata in precedenza;
  • uso della parte bianca della gomma;
  • presenza di poverina sotto il righello.

Pulizia e carte di partenza con una qualità decente sono le basi di prevenzione, a cui si aggiungono accorgimenti nel processi scritti in precedenza: la conseguenza è che tutti questi accorgimenti portano ad un allungamento del processo.

Sono il primo a non adottare ogni precauzione per non dilungarmi troppo e vivere l’ “enjoy the process”, salvo si tratti di carte che voglio sbiancare particolarmente bene come le mie amate Unglued, per le mie cucciole mi prendo il tempo e la pazienza necessari.

Per il resto delle comuni normali adotto solo parte degli accorgimenti, perché quando sono nel mood di creare delle WB mi piace mantenere un certo ritmo per divertirmi ed evitare di rompere il ritmo (cit. Follie dell’Imperatore).
Nessun sbiancamento preventivo a 45° degli angoli, un lato alla volta senza divisione prima tutto l’interno poi tutto l’esterno, più pressione di quella necessaria per il bordo interno per andare più veloce, detto ciò mantengo l’unidirezionalità e una maggiore delicatezza quando arrivo agli angoli senza rinunciare ad una veloce pulizia ad ogni step.

Anche se personalmente non seguo tutto alla lettera per le carte normali, vi lascio ogni possibile accorgimento per sbiancare al meglio così sarete voi a scegliere quali adottare, sapendo qual è il processo ottimale e quali sono i rischi.

Per il mio modo di intendere il bordo bianco fai da te, i dettagli sono importanti ma l’attenzione ad essi non deve soffocare la bellezza dell’esperienza, spesso non serve una precisione maniacale perché un buon colpo d’occhio di una WB decente ma comunque lontana dalla perfezione restituisce al colpo d’occhio tra i tavoli un buon 90% di una a cui si è dedicato il triplo del tempo.

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Diversi Layout

Lo stile di sbiancamento attuale del nuovo layout e uno dei vecchi tentativi scartati

In questa sezione dovrei mettere un’immagine ad ogni paragrafo ma, per non appesantire graficamente l’articolo, mi limiterò all’immagine soprastante e vi chiederò un piccolo sforzo di immaginazione per il resto degli esempi.

Il layout più facile e quello che trovo più soddisfacente e pulito è quello nel mezzo ossia il penultimo per intenderci: un bordo netto e pulito che separa l’uniformità nera esterna dalla parte caratteristica interna.
Difficoltà ridotta all’osso: elementare e perdona eventuali errori e necessità di ridefinire spostando la linea di confine più all’interno del normale.

Il vecchio layout, oltre che ad avere un inchiostro più difficile da estirpare, si caratterizza di due lineette che fanno da confine e qui si aprono due strategie: sbiancare come ortodosso ossia al confine tra il nero e la prima linea esterna, il ché richiede grande manualità perché il rischio di sfumare o sconfinare rendendo tutto antiestetico è enorme; la seconda opzione è sbiancare poco più all’interno del secondo bordo togliendo la struttura delle due lineette che fanno da cornice e riconducendosi alla casistica del layout facile dove dopo il bordo bianco si trova solo la chiazza di colore senza nient’altro.
All’inizio vi consiglio la seconda soluzione, ad ogni modo se non vi riesce il tentare la soluzione più elegante potete sempre ricondurvi alla semplice rientrando con il righello e, di conseguenza, con il confine.

Il nuovo layout pone una sfida per la parte inferiore dove non è possibile cancellare tutta la zona scura senza levare le scritte, inoltre nelle zone laterali inferiori si ha un restringimento del confine ed anche qui, se si sbianca in maniera ortodossa, si incorre in risultati anti estetici.

Per la cronaca, ho visto le nuove bordo bianco di Mistery Booster 2, le trovo un tentativo piuttosto elegante quello di seguire il normale confine ed aggiungere le scritte in nero, purtroppo devo ammettere che non riesco a farmelo piacere ed al momento provo una sorta di mini-rigetto verso di esse

La soluzione che ho adottato, dopo vari tentativi fallimentari, è stata quella di condonare parte del territorio nero inferiore per tacciare comunque linee nette e pulite che mantenessero le scritte, oltre che un bordo inferiore che non sforasse nel grossolano.

Un layout che ho provato ad illuminare senza i risultati sperati è quello full art delle basiche in particolare Unhinged: il problema di base sta nella parte superiore irregolare che, come i tratti irregolari del layout nuovo, se seguita alla lettera provoca risultati anti-estetici com’è risultato anche il tratto netto lasciando dell’oscurità in quel lato.
Al contrario, come si può intuire, la nuova versione delle terre full art, come quelle Kamigawa Neon Genesis, è sbiancabile con discreti risultati avendo solo il sotto irregolare come il resto del nuovo layout.

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Only Scotch Method

L’opzione per artare WB ad oggi più diffusa è quella che non usa alcun righello per seguire i bordi ma strisce di Scotch piazzate momentaneamente sulla carta, come in figura.

Non so se sia per una qualche mia assenza di manualità e/o leggerezza, ma ogni volta che riprovo questa opzione non riesco a portare a termine una singola figurina in maniera soddisfacente.
Il motivo è semplice: il bordo del nastro dove si passa la gomma tende troppo facilmente a rovinarsi restituendo quindi una linea irregolare spesso irrecuperabile perché il suddetto nastro, danneggiandosi, lascia scoperta un tot di superficie interna oltre la linea di sbiancamento che non vorremmo oltrepassare.

Provare con scotch diversi come il normale non è consigliabile perché questi aderiscono troppo alla superficie rovinandola al momento finale della rimozione, anche l’opzione doppio strato di scotch è scartata per motivi di tempo nel far coincidere le due strisce.

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Sbiancare o non sbiancare?

Queste bellezze sono fuori dal range quindi hanno la perfect WB personale

Spesso subisco critiche sul valore delle carte che sbianco dato che certe staple Pauper sono salite di prezzo negli ultimi anni (Snuff Out, Dust to Dust, Kuldotha Rebirth ecc. ecc.) e data la mia passione per le terre base Unglued.

Lo sbiancamento è visto al pari di un altered non gradita e, in caso di rivendita, la carta verrà considerata Damage o Heavy Damage: in pratica la carta sbiancata perde drasticamente quasi tutto il suo valore economico.

Bisogna fare una piccola ma necessaria puntualizzazione squisitamente idealista: la carta ha un valore monetario nel caso io voglia venderla, per la restante casistica in cui non vendo quella carta e la posseggo , questa avrà un valore soggettivo che riflette il mio rapporto con essa.
Da qui si arriva alla, non troppo assurda se ci si riflette, seguente conclusione: le carte le quali sono sicuro di non vendere ritengono valore nella quantità in cui io le ritengo belle, non c’è un quanto valgono in generale ma un quanto valgono per me.

Questo discorso idealista vale sotto la clausola di non vendita quindi, per quanto mi riguarda, per carte il cui prezzo non supera la trentina di euro, quindi si può tranquillamente applicare all’intero pool Pauper: da qui il progetto / sogno di sbiancare tutto il Pauper giocabile, arrivato attualmente ad una soddisfacente quasi completezza.

Sono dell’opinione di base che, personalmente, sbianco per l’estetica: perché giocare carte a bordo bianco mi restituisce luminosità, leggerezza e in generale bellezza.
Non giudico, o almeno cerco di non giudicare troppo razionalmente, chi gioca con le basiche spaiate in stile randagio senza alcuna ricerca di estetica ma puntando solo sulla cruda funzionalità; cerco di pensare al mio angolino e a quanto mi piaccia giocare con le mie basiche di Unglued che alleggeriscono e rendono dolci-amare anche le mie sconfitte.
Forse con l’ultima ho esagerato, perdere raramente ha un sapore dolce-amaro, spero anyway di aver fatto passare il concetto.

Negli ultimi anni mi sono dato un limite, un confine per così dire, avendo iniziato una decente collezione di basiche Euro e Apac: mi sono ripromesso di sbiancare solamente singole con valore inferiori alla ventina di Euro, per il resto ho preso una decina di perfect size a bordo bianco nel caso mi venisse voglia di giocare la Venezia, le pianure dei girasoli o il monte Fuji.

Le vecchie perfect size a bordo bianco sono da anni fuori produzioni ed attualmente pressoché introvabili anche usate, per ottenerle di simili al giorno d’oggi bisogna ordinare delle perfect custom che costa una follia aka 6 euro l’una: cosa che pensavo fino ad un annetto fa quando fui costretto a prenderne una decina pur di riuscire a giocare le mie Apac e Euroland.

Tutto è cambiato durante la mia ricerca trimestrale sull’argomento: ho finalmente scoperto con piacere che hanno ricominciato a produrre le Perfect WB come si deve, ossia in pacchetti da 25 sul sito mythicgaming.

Potrebbe essere una svolta epocale ed invalidare completamente questo articolo visto che, se il prodotto dovesse rivelarsi valido come spero, nel caso si desideri un mazzo a bordo bianco la laboriosa ed irreversibile pratica dello sbiancamento non sarebbe più l’unica via, basterebbe ordinare 4x del pack da 25 per avere un intero mazzo più ricambi in veste bianca!

Uso il condizionale perché le suddette buste mi devono ancora arrivare dall’America e quindi non ho ancora avuto occasione di provarle, ma ripeto: sono fiducioso nella rivoluzione ben riuscita.
Del resto, come si può sbagliare nella produzione di massa di una perfect size?

Ultima postilla: se una carta dovesse esistere a bordo bianco dell’art specifica che vogliamo, ha senso prenderla direttamente e non sbiancarne una a bordo nero.
La motivazione non riguarda la fatica ma, ancora una volta, l’estetica: la versione originale, salvo un’ usura accentuata, mantiene un certo effetto smalto nel bordo bianco, cosa che non si riesce ad ottenere nemmeno nelle migliori sbiancate trattandosi di un processo di raschiamento.

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Tournament Legality

I miei album dove custodisco l’ormai importante pool Pauper a Bordo Bianco

Lo sbiancare leva sicuramente materiale dalla superficie della carta ma non lo fa in quantità tale da essere percepito al tatto, tradotto: le carte che sbianco sono a tutti gli effetti legali ai tornei Rel Competitive di Magic.

L’alterazione del bordo bianco è su un livello completamente diverso da alcune foil o alcuni artwork visto che alcune delle prime alterano eccessivamente la curvatura della carta rispetto alla normalità mentre le seconde raggiungono spessori anomali non ammissibili per un torneo competitive in quanto distinguibili dal resto del mazzo “normale”.

Ho fatto checkare più volte la regolarità del mio mazzo full WB ai judge prima di tornei importanti come i PauperGeddon per evitare di avere brutte soprese durante l’evento, nella totalità dei controlli il responso è stato unico: non c’è modo di distinguere le carte sbiancate le une dalle altre e nemmeno con carte regolari non sbiancate, l’alterazione di spessore del bordo non è palpabile.

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Conclusione estetica

Per il momento non riesco ad integrare un video esempio di come si sbianca una carta oppure le foto ogni pagina del mio pool WB, pensavo di condividervi la foto di 4 archetipi attualmente in meta più una vecchia foto del Familiars durante uno dei tornei pre Geddon Lecco 2024 aka la vetta, per farvi vedere la versione illuminata delle carte bianche, altrimenti assente.

Stay WB, stay blessed!

Credits to Matteo Costanzi e Giovanni Rosso per le foto